Flavio ( el Vavo)
il quarto stato
dell’amico incontrato per via,
in ognuno la traccia di ognuno.
Primo Levi
Nasce a Bardolino il
19 marzo 1945
da mamma Crescenzia (la Cencia ) e da Antonio (el
Toni)
dopo Alessandro (el
Sandrino) e prima di Giancarlo (el Gianca).
Sono gli anni difficili del primo dopoguerra e molti, come i suoi genitori,
Non è però facile
togliergli il sorriso né l’entusiasmo:
si rivela già da
ragazzino ciarliero e di carattere estroverso.
Arrivano gli anni caldi delle lotte studentesche, delle occupazioni delle fabbriche de cortei e altre manifestazioni di protesta e a Verona, come a Milano, dove trova lavoro, resta vivace il suo impegno politico.
Mantiene i contatti con alcuni amici di Verona e con suoi coetanei di Bardolino. E’ particolarmente
legato alla “Festa dell’uva” ed alla sua organizzazione, in cui esprime la sua
vena artistica.
Soprattutto negli ultimi anni in prossimità della pensione, partecipa volentieri alle cene annuali della classe.
Soprattutto negli ultimi anni in prossimità della pensione, partecipa volentieri alle cene annuali della classe.
La vita non gli risparmia
lutti, delusioni nè separazioni ma l’incontro con Carla gli permette di
riprendersi la voglia di godere delle gioie che la vita stessa, come toglie, sa anche dare.
Poi inattesa, la
malattia, il dolore, l’impotenza, le domande.
Ora il siilenzio ha
preso il posto delle parole e il cuore è colmo del dolore per la sua assenza .
XCIV Canto
P. Neruda
Se muoio...
…
Non voglio che vacillino il tuo riso né i tuoi passi,
non voglio che muoia la mia eredità di gioia,
non bussare al mio petto, sono assente.
Vivi nella mia assenza come in una casa.
E’ una casa sì grande l’assenza
che entrerai in essa attraverso i muri
e appenderai i quadri nell’aria.
E’ una casa sì trasparente l’assenza
che, senza vita io, ti vedrò vivere
e se soffri,amore mio, morirò nuovamente.
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