GLI ULTIMI

Il titolo "GLI ULTIMI" si riferisce a querllo del film che Padre David Maria Turoldo girò nel 1962 . Esso tratta dell'emigrazione degli italiani, in particolare dei friulani e "ULTIMI" sono coloro che non si arrendono e che , nonostante la vita dura rimangono legati alle loro radici ed alla propria terra
e non partono.

domenica 11 ottobre 2009

LIBERTA' DI PENSARE, PARLARE E SCRIVERE




Un FILM : “Fahrenheit 451” di F. Truffaut
Un LIBRO: “1984” di G. Orwell
Il FILM è tratto dal romanzo fantascientifico di R. Bradbury , scritto nel 1953, affronta il tema della gestione delle informazioni e descrive una civiltà del futuro in cui, nell’omologazione più completa di pensieri e costumi, è bandito ogni libro e quindi la possibilità di ricordare, di confrontarsi, di dissentire, di esprimere liberamente i propri pensieri … Fahrenheit è una scala per la misura della temperatura (secondo essa la temperatura del ghiaccio fondente, cioè 0°C, vale 32°F e quella dell’acqua bollente, cioè 100°C, è 212°F). A quanto risulta, 451°F è la temperatura a cui prendono fuoco i libri.. Va però detto che di tale attribuzione non si trova traccia nel testo del romanzo (451 è solo il numero sull'elmetto da pompiere del protagonista ) e che non esiste un'unica temperatura di autocombustione della carta (dipende dallo spessore della carta stessa, ad es. carta da giornale 185 °C, carta da lettera 360 °C).
Anche il romanzo di Huxley, “Il mondo nuovo“, pubblicato nel 1932, affronta il tema del controllo dell’informazione e della società. In entrambi i libri vi è l'imposizione di un consumo di massa, dove il fine ultimo è protagonismo e appagamento materialista, la felicità risulta essere apparente.



Il film di Truffaut che ripropone il romanzo di Bradbury mi ha fatto ricordare un altro libro ( citato assieme agli altri due su Wikipedia - da cui ho ricavato in parte ciò che ho precedentemente trascritto -) .
Si tratta di “1984” di George Orwell da me letto anni fa. ( Il titolo è ottenuto invertendo le ultime due cifre del primo anno della stesura, il 1948 )..
Vi si racconta di un governo dittatoriale e della disciplina inesorabile cui doveva sottostare la gente. Come nel film, anche qui, nelle abitazioni private, la presenza di un “teleschermo” stordisce le persone di notizie, di musiche, di propaganda e nello stesso tempo raccoglie (spia) e trasmette i loro gesti, le espressioni dei visi, le minime parole.
Sui muri ci sono delle scritte qua e la: “IL GRANDE FRATELLO VI GUARDA”; squadre di polizia in elicottero curiosano attraverso le finestre.
Viene condannato e punito ogni atto che esca appena dalle regole: come ad esempio tenere un diario, cosa che fa, ad un certo punto, il protagonista.
“La penna era uno strumento antiquato che si adoperava assai di rado … E lui se ne era procurata una di nascosto e non senza difficoltà … Scrisse: - 4 aprile 1984 … ma non era sicuro che quello fosse il 1984 -.
Ancora scrisse: - Al futuro o al passato, a un tempo in cui esiste la verità e quel che è fatto non può essere disfatto. Dall’età del livellamento, dall’età della solitudine, dall’età del Gran Fratello … tanti saluti! -”.
Tra gli altri esiste il Ministero della verità, sulla cui facciata si legge:” LA GUERRA è PACE- LA LABERTA' è SCHIAVITU'- L’IGNORANZA è LA FORZA”. All’interno del palazzo si aggiornano i vecchi numeri del Times, affinchè corrispondono alla versione della storia voluta dal Partito. Infatti, perché il popolo possa credere che il Gran Fratello sia onnipotente e Partito infallibile è necessario una continua trasformazione e alterazione del passato. Così, mentre in Fahrenheit è bandita qualsiasi informazione scritta, in 1984 le notizie vengono costantemente falsate.
Nasce ovviamente anche qui un movimento di resistenza interna ( la Fratellanza ), a cui aderisce anche il protagonista, che un giorno o l’altro dovrebbe rovesciare il sistema odiato.
Ma ciò non si verifica all’interno del racconto e la fine non è lieta per il protagonista. Egli viene arrestato e ridotto ad una parvenza d’uomo e viene poi lasciato vivere un’esistenza insulsa ed insignificante ma conforme alla volontà del Partito.
Da un commento al testo si legge: “ 1984 è un’anti-utopia perché non prevede un mondo migliore, un mondo ideale più o meno vicino in cui l’umanità possa finalmente appagare la sua sete di giustizia, di amore, di bellezza, bensì un mondo insensato, in cui gli uomini vengono privati dell’anima e dove prevale soltanto la violenza autoritaria e tutt’intorno non c’è che abbrutimento, tristezza, squallore, diffidenza e odio. Certamente Orwell non intendeva affermare che la sua anti-utopia si sarebbe realizzata. Intendeva piuttosto lanciare un monito contro gli abusi di potere, manifestatisi in forme gravi ed allarmanti negli anni intorno alla seconda guerra mondiale, contro l’appiattimento della coscienza e dei sentimenti, contro la sopraffazione mentale compiuta dalle ideologie.


La LIBERTA’è un tema sempre attuale e parlarne senza specificare “LIBERTA’ DA CHI O DA CHE COSA” diventa una storia infinita.
Riguardo alla LIBERTA’ D’ESPRESSIONE spero vi siano sempre voci critiche , sincere e profetiche , anche di denuncia, che sappiano illuminare le coscienze di tutti e, se necessario, metterle in crisi.

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