GLI ULTIMI

Il titolo "GLI ULTIMI" si riferisce a querllo del film che Padre David Maria Turoldo girò nel 1962 . Esso tratta dell'emigrazione degli italiani, in particolare dei friulani e "ULTIMI" sono coloro che non si arrendono e che , nonostante la vita dura rimangono legati alle loro radici ed alla propria terra
e non partono.

domenica 30 agosto 2009

A LORETTA






CARA LORETTA

Cara Loretta, mi rivolgo a te come se mi potessi leggere o ascoltare. Incredula che tu non sia più qui, ho affidato alla carta il ricordo dei momenti vissuti con te: sono molti e ora non possiamo più ricordarli assieme come facevamo ogni tanto sull’onda della nostalgia. Ne è risultato un lungo percorso attraverso il tempo di cui vorrei far riaffiorare i fatti più significativi, le emozioni ed i pensieri condivisi. Mia cara amica ( come calcavi il tono sulla parola “AMICA”! ) all’ultimo tuo compleanno ti inviai un messaggio adattando le parole di una canzone di Guccini. “Mia vecchia amica di giorni e pensieri da quanto tempo noi ci conosciamo … tu sai quello che il tempo ci ha preso e ci ha dato. Ma più che triste ora è buffo pensare … a tutti gli attimi lasciati andare, ai miti belli delle nostre estati … sdraiate al sole, inseguendo la vita; come l’avessimo sempre capita, come qualcosa capito per sempre.” Ti sei commossa, come altre volte in cui ti facevo partecipe di un pensiero o di versi che mi avevano particolarmente colpito.
“ Il tempo ci ha dato” l’occasione di incontrarci all’università di Padova nel’72. Eravamo entrambe ospiti della casa della studentessa “ Lina Meneghetti”. Fu amicizia a prima vista e amore per gli stessi ideali. Ci confrontavamo sui nostri dubbi sulla fede, sui possibili nessi tra cristianesimo e marxismo, sull’evidenza che il Vangelo non andava solo proclamato ma anche vissuto e che era dalla parte dei poveri e degli oppressi, sulla condizione femminile e sulla consapevolezza che se la donna poteva vantare qualche privilegio, molti erano ancora i diritti negati. Con il bagaglio di tutte le nostre paure partecipavamo ai cortei, alle manifestazioni di piazza, alle occupazioni delle case degli studenti e delle studentesse per rivendicare il diritto alla casa e a quelle che oggi chiameremmo “pari opportunità”. Dopo la laurea il primo lavoro, la nostra passione per l’insegnamento, la coincidenza di trovarci presso due sedi dipendenti dalla stessa scuola: questo ci permise di vivere ancora molte esperienze assieme, sia legate alla professione che alla vita all’infuori di essa. Ci confidavamo i nostri desideri, gli amori impossibili e quelli vissuti.
Venne anche il tempo in cui potemmo permetterci le prime vacanze sulle quali dovevamo però risparmiare. Così soggiornavamo in Ostelli per la gioventù e viaggiavamo sui treni con gli sconti, allora previsti, per gli insegnanti; consumavamo pasti frugali che ci sembravano pranzi o cene da regine.
I “miti belli delle nostre estati” ci richiamano alla memoria Calabria Campania Umbria Abruzzo Marche Francia Svizzera Trentino, qualche notte in bianco, qualche cuore infranto ( a volte il nostro), il nostro stupore e l’ammirazione per la natura e per i tramonti, per i profumi, gli aromi e i sapori.
Non mancavano le escursioni in Lessinia: ci travolgevi con il tuo entusiasmo!
Nostro era l’amore per i canti, la musica; il piacere per il ballo, le feste di piazza e quelle in casa, i concerti.
Ricordo gli ultimi due che abbiamo condiviso: uno di De Gregari , Mannoia, Ron e Daniele, l’altro con Grazia De Marchi. Il primo, in Arena, si tenne quasi tutto sotto la pioggia, il secondo presso un piccolo teatro di paese. In entrambi i casi ci divertimmo con l’entusiasmo dei vecchi tempi, “matte” come allora, quando facevamo autoironia e se qualcuno non ci capiva scrollavamo le spalle .
In simili situazioni ci sentivamo allegre e spensierate come due bambine, grate di aver goduto della compagnia l’una dell’altra per il massimo che ci era consentito, felici di essere riuscite a farci stare anche le ultime confidenze che si concludevano immancabilmente in auto sotto casa.
Non smettevamo, tuttavia, di interrogarci sul senso della vita, sui perché della fede, sul ruolo della Chiesa, su quello dei credenti.
Durante una vacanza di Natale aderimmo ad un convegno presso la “Cittadella” di Assisi. Se non ricordo male, il titolo dell’incontro era: “Chi grida?”. Eravamo su di giri per l’esperienza ma anche perché conoscemmo personalmente Lidia Menapace, che ammiravamo molto. Come dimenticare, poi, Assisi sotto la neve?
Erano anche i tempi in cui partecipavamo alle assemblee ed agli scioperi del Comitato dei Precari della scuola per la garanzia di un posto fisso. Partecipammo ad iniziative e dibattiti promossi dagli Obiettori di coscienza per il servizio militare e da organizzazioni per la Pace. Era la fine degli anni settanta.
Nel 1980 condividemmo, proprio a Verona, l’esperienza forte del convegno nazionale delle Comunità di Base che ci vide, uniti a molti altri amici, nell’organizzazione e nella partecipazione ai dibattiti sui temi “caldi” di allora in ambito ecclesiale.
Nello stesso anno, e proprio a casa dei tuoi , in Lessinia, durante una festa tra amici ebbi l’occasione di incontrare Gigi, che godette subito della tua simpatia e della tua amicizia: come poteva essere diversamente? Eravate entrambi figli della stessa terra: la Bassa Veronese.
Fosti testimone alle mie nozze e vivesti con intensa emozione la nascita di Elisa, la mia prima figlia ma anche la prima figlia tra le tue amiche più vicine di allora. Quante volte venisti a fare la “baby sitter” nei momenti critici o ti preoccupasti di trovarmene una!
Per qualche anno ancora frequentammo assieme gli incontri della Comunità Cristiana di Base
“ La Porta” e condividemmo giornate di riflessione o incontri serali tra donne, a casa ora dell’una ora dell’altra. Su temi riguardanti le donne, partecipammo anche a serate presso la sede del Consultorio familiare della nostro quartiere, sempre più consapevoli di dover lottare più degli uomini per realizzarci o per farci ascoltare. Per la discussione ci aiutava la lettura di libri come “Dalla parte delle bambine” o “Il complesso di Cenerentola”.
Poi venne la scoperta della malattia di Elisa ( nel frattempo nacque Michele ), il tuo coinvolgimento nell’associazione nata dalla nostra esperienza, partecipasti ai primi incontri e ci fosti molto vicina nei momenti di sconforto.
Io lasciai la scuola e fui sempre più presa dall’associazione mentre tu, oltre ad essere molto occupata dal lavoro, partecipavi con passione ai dibattiti ed alle iniziative promosse dalle Comunità di Base o da gruppi di donne o nell’ambiente politico - sociale più allargato.
Ci siamo state reciprocamente vicine nei lutti che hanno colpito le nostre famiglie con la perdita dei nostri papà e nelle malattie delle nostre mamme .
Ci siamo sorrette vicendevolmente anche quando abbiamo sofferto nel dare l’ultimo saluto ai molti amici che ci hanno lasciato.
Infine la preoccupazione per la mia malattia. Tra i tanti amici che mi hanno aiutato, anche tu, nonostante i tuoi problemi ed impegni, riuscisti ad accompagnarmi ad una visita medica e non perdemmo l’occasione di leggerci assieme una poesia e di aggiornarci sulla “comprensione della vita”, perché non è vero che sia “una cosa capita per sempre”.
Più che vederci quest’estate ci siamo sentite al telefono, con tutte le difficoltà di ricezione dei cellulari, e l’ultima telefonata fu proprio alla vigilia della mia breve vacanza dove mi raggiunse la notizia sconvolgente della tua morte. Quell’ultima telefonata fu breve e prioritariamente ti informasti della mia salute e ti rallegrasti al sentire che stavo bene. Ci ripromettemmo di sentirci e poi vederci al mio ritorno.
L’11 settembre avresti dovuto partecipare alla Marcia per la Pace Perugia - Assisi ma proprio la sera del 10 … sei partita per un altro viaggio.
In occasione del tuo 50° compleanno ti dedicai una raccolta di poesie da me scelte per scandire e richiamare i momenti che ci hanno viste vicine e consolidato il nostro rapporto di amicizia. Avevo messo i seguenti titoli: l'amicizia, la fede e gli ideali giovanili, l'amore per le scienze naturali, la fede nell’uomo, il tempo per gli altri e il tempo per sè, il buon umore, l'amore, la gioia e il dolore, il senso della vita ed infine compagna di viaggio. Concludevo con l'esclamazione “.. e il viaggio continua!”
Ancora non voglio pensare che tu sia arrivata alla fine ma che abbia cambiato destinazione e, poiché è difficile proseguire senza di te, voglio credere che, non la morte, ma la VITA ti abbia ripreso e rimesso nella corrente dei nostri pensieri, nelle stanze dei nostri cuori, nella natura che ci circonda, nel mondo dei "viventi".
Ti abbraccio forte PER SEMPRE AMICA TUA ANNA 23 ottobre 2005





NOTA: Nel 2007 da parenti ed amici è stato dedicato a Loretta un libretto con suoi pensieri e testimonianze di chi l'ha conosciuta.

Il titolo è "Loretta Fiorini Compagna di viaggio " Cura editoriale di Pierluigi Perosini

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